In gravidanza è indispensabile monitorare i livelli di ferro presenti nel sangue attraverso delle analisi periodiche, dal momento che questo minerale svolge delle funzioni indispensabili allo sviluppo del bambino.
Che funzioni svolge il ferro in gravidanza e qual è il fabbisogno giornaliero
Il ferro contribuisce infatti alla crescita del feto e della placenta e, dal terzo trimestre, inizia ad essere assorbito anche dal feto stesso, che lo utilizzerà come scorta per i primi mesi di vita.
Per soddisfare le nuove esigenze, il fabbisogno giornaliero di una donna in dolce attesa aumenta in maniera esponenziale, passando da 11mg/die (valore medio di una donna fertile) a 22mg/die.
Va poi considerato che durante la gestazione avvengono dei cambiamenti fisiologici nel corpo della donna: per esempio aumenta il volume ematico in circolo nell'organismo e diminuisce la concentrazione di globuli rossi ed emoglobina nel sangue, che diventa più fluido.
Ecco perché, sebbene durante la gravidanza aumenti la capacità di assorbire il ferro e si interrompano le perdite associate al ciclo mestruale, è molto frequente riscontrare una carenza di questo minerale nelle gestanti.
Quali sono i sintomi di una carenza di ferro in gravidanza?
I sintomi di una carenza di ferro possono essere confusi con il malessere associato allo stato interessante, ma non vanno sottovalutati. I più comuni sono:
- Sensazione di stanchezza o astenia
- Eccessivo affaticamento anche per sforzi lievi
- Pallore della pelle
- Mani e piedi freddi
- Unghie e capelli deboli
- Mal di testa acuti
- Irritabilità e umore depresso
- Difficoltà di concentrazione
- Difficoltà cognitive